mercoledì, aprile 30, 2008

Documento congiunto al termine di un incontro tra il Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso e l’iraniano Islamic Culture and Relations Organisation. I partecipanti all’incontro, ricevuti oggi dal Papa, affermano che i credenti delle due religioni “devono andare oltre la tolleranza, accettando le differenze, nella consapevolezza di ciò che è comune”.

Città del Vaticano - Iran (AsiaNews) - Fede e ragione sono entrambe doni di Dio, non si contraddicono e sono per loro natura non violente, anche se a volte sono state usate per giustificarla. Appare questa la conclusione centrale dell’incontro svoltosi in Vaticano tra il Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso e l’iraniano Islamic Culture and Relations Organisation.
I partecipanti al Colloquio, centrato sul rapporto tra fede e ragione e durato tre giorni, sono stati ricevuti oggi da Benedetto XVI ed hanno diramato un comunicato congiunto in cui convengono che “fede e ragione sono entrambi doni di Dio all’umanità” e “non si contraddicono l’un l’altra: anche se la fede può in alcuni casi andare oltre la ragione non è mai contro di essa”.

Fede e ragione, prosegue il documento, “sono intrinsecamente non violente. Per nessun motivo possono essere usate per giustificare la violenza, anche se entrambe a volte sono state sfruttate per perpetrare violenza”.

Le parti inoltre si dicono d’accordo nella volontà di cooperare ulteriormente “allo scopo di promuovere un’autentica religiosità, in particolare la spiritualità, per incoraggiare il rispetto dei simboli ritenuti sacri e promuovere i valori morali”. Cristiani e musulmani “devono andare oltre la tolleranza, accettando le differenze, nella consapevolezza di ciò che è comune, ringraziando Dio per questo. Sono chiamati al reciproco rispetto mentre condannano la derisione delle credenze religiose”. ”Quando si parla di religioni va evitata ogni generalizzazione. Le differenze di confessioni all'interno sia del cristianesimo che dell’Islam e la diversità dei contesti storici, sono fattori importanti da considerare”. “Le tradizioni religiose, inoltre, non possono essere giudicate sulla base di un singolo versetto o brano presente nei rispettivi Libri sacri. (continua a leggere)



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