venerdì, febbraio 06, 2009
Pubblichiamo in esclusiva una lettera scritta ad una nostra lettrice da un militare israeliano che ha partecipato nel gennaio scorso all’assedio di Gaza. Nella testimonianza del militare sono raccontati i particolari raccapriccianti delle atrocità commesse nelle prime settimane del 2009 a Gaza.

Cara Suor Anna
Come stai? Inizio la mia lettera chiedendoti scusa.
Sono appena ritornato da Gaza e il mio primo pensiero è stato per te, anche perché sei stata la prima persona che mi ha mandato un sms sulla strada di ritorno. Ho pensato molto a te e alle parole da dirti prima di scrivere questa lettera. Suor Anna, sono scioccato e ho bisogno del tuo conforto. In questo momento nel mio cuore c’è solo dolore, rabbia e tanta tristezza.
Come tanti altri giovani ho scelto la carriera militare pensando che la mia vita potesse migliorare, acquisendo quei diritti che da sempre sono negati a noi arabi israeliani. Tu sai quanto sia stata tormentata la mia decisione di entrare nell’esercito israeliano. Il mio sogno era quello di studiare e avevo scelto di specializzarmi in ‘criminologia’, purtroppo l’iscrizione a questa facoltà era possibile solo se avessi fatto il servizio militare.
Mi sono arruolato pensando di portare con me i valori cristiani trasmessi dalla mia famiglia, quelli appresi in anni di oratorio e parrocchia. Pensavo di essere un portatore di pace e misericordia anche nell’esercito. Tu stessa mi dicevi che io dovevo essere portatore di questi valori, ovunque fossi.
Ora voglio parlarti della mia esperienza nell’esercito, ma soprattutto di quanto è successo a Gaza. Hai capito bene cara Anna, sono stato a Gaza! E proprio lì mi sono accorto di non essere la persona che credevo di essere, sono diventato un altro, sono diventato un ‘carnefice’. Noi pensavamo di essere uomini che hanno un cuore e un’anima, invece ci siamo accorti di essere diventati delle ‘bestie’ senza cuore e sensibilità.
A Gaza dormivamo poco, 40 minuti ogni 24 ore. I nostri nervi erano a pezzi, non sopportavamo più nulla, anche un gatto che miagolava ci dava fastidio e gli sparavamo. Ci davano poco cibo, una scatola di tonno al giorno, pativamo la fame. Io sognavo un mondo migliore e invece entravamo nella città di Gaza…
Nei 40 minuti che ci spettavano per dormire non riuscivamo a chiudere occhio, e se lo facevamo, nella mente riappariva ciò che avevamo visto poco prima per le strade di Gaza. Pensavo che quelle scene appartenessero solo a dei racconti apocalittici di storie inventate e invece era tutto vero. Il nostro esercito e quello di Hamas hanno martoriato la popolazione di Gaza. Tra i palazzi distrutti risuonava il pianto disperato di centinaia di bambini che urlavano: «Mamma!... Mamma!... dove sei mamma?». Ma la loro mamma non rispondeva, perché spesso era un cadavere riverso per terra, accanto a loro. Un vero e proprio bagno di sangue. Io volevo piangere ma non ci riuscivo, le lacrime erano bloccate dallo shock di quello che i miei occhi vedevano. Avevo paura per ciò che guardavo, c’erano tante persone sotto le macerie e io da buon cristiano pensavo di aiutarle, soccorrerle. Con gli altri miei compagni abbiano tentato di aiutare, però gli uomini di Hamas ci sparavano addosso ed allora dovevamo difenderci, uccidendo… . Sparavo e uccidevo altri uomini.
Nelle ispezioni di casa in casa alcuni bambini coraggiosi ci sputavano… che dire, avevano ragione, noi umiliavamo i loro padri davanti ai loro occhi. Altri avevano perso la mamma, uccisa, sepolta sotto le macerie. Come dare torto a questi innocenti? I loro occhi ancora mi fissano oggi. Occhi intensi, grandi, pieni di lacrime e di rabbia, ci fissavano, ed io non riesco a togliere quella immagine della mia mente. Dormo e mi risveglio, la scena è sempre la stessa, e la risposta anche: hai ragione bimbo...
Sr. Anna mi spieghi che colpa ha questo bambino?
Forse lo so, la sua unica colpa è che si è trovato nel posto sbagliato nel momento sbagliato.
A Gaza non ci sono solo 1000 vittime, sono un milione e mezzo di vittime che pagheranno le conseguenze di questa bravata di entrambe le parti. Ma i grandi ci pensano a noi comuni mortali? Ora si vedono le vere vittime, sono le persone che tutti i giorni devono lottare per mandare avanti la vita e ricominciare da zero, anzi da sotto zero. Quelli non morti vivono un’agonia continua. Quanti orfani! Quanti case distrutte! Quante famiglie rovinate!

Perché tutto quest’odio? E dov’è Dio? Mi dici cosa dovrò dire a Dio quando un giorno lo vedrò? La vita è stata tutta un inganno per me. Ma perché sono diventato un assassino? Chi ci ha dato il potere di togliere la vita dei nostri simili? Noi ragazzi di 20 anni dovremmo sognare, divertirci, godere della vita. I nostri sogni di ragazzi ora sono tramutati in lacrime, urla, sangue e cadaveri. Erano centinaia i morti per le strade di Gaza e nemmeno una degna sepoltura hanno meritato.
Sono entrato a far parte dell’esercito per aiutare a creare un mondo migliore, ed invece da militare sono diventato un criminale anche io. Ma perché questo odio? Rispondimi, ti prego Sr. Anna, e cerca di non odiarmi.
Scusami se ti ho deluso e scusami se ho deluso anche quel Dio che porto dentro.
Vedi, sono tornato e nessuno mi ha chiesto come sto. Tutti mi fanno la stessa domanda: cosa avete combinato a Gaza? Anche le persone più care.
Ma alla fine Anna cosa sono diventato???

Con affetto SHM


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