domenica, marzo 29, 2009
Meditazioni dal deserto del nostro collaboratore Padre Renato Zilio

Dopo una giornata intera di paesaggio desertico, errando ramingo come un antico ebreo, la gioia finalmente, alla sera, di essere accolto dalla verde oasi musulmana di Ibrahim. Il deserto, però, fa emergere tutti i tuoi idoli e ti illumina sul senso vero di idolo e del suo contrario. Idolo e icona: stessa origine, stessa relazione con lo sguardo, il sacro e il bello, ma opposta dinamica. Comprendi come l’idolo concentra tutte le forze, l’attenzione, il potere: è autoreferenziale, per eccellenza. L’icona, al contrario, rinvia ad altro, a qualcosa di più grande. Non è che un raggio della luce del Divino, del Trascendente.

E, così, ti fai idolo quando vivi un protagonismo eccessivo o un attivismo esagerato, ti metti al centro dell’ammirazione,dell’attività o dell’obbedienza di altri: ansiosamente e dappertutto cerchi sempre un piedistallo. È ancora idolo quando ci si arroga ogni forza, ci si identifica con Dio o con la sua volontà.

Sarà la preghiera che ti renderà icona: essa stessa, icona della presenza di Dio che desideri al tuo fianco. Ricorda: il vero leader sarà sempre un’icona, colui che cammina accanto agli altri un passo innanzi... per cercare insieme qualcosa di più grande e di più bello. Perfino la sessualità vivrà sempre questa ambivalenza; solo quando essa saprà esprimere quel senso grandioso della vita come danza e come lotta da fare insieme, allora sì, sarà un’icona. Insuperabile.

Il deserto mi riporta alla figura di Abramo, di Mosè, di tanti altri leader…, perché esserlo significa che si possiede il carisma della speranza e quello della fiducia. Non sarà questi un realista, un gestore, semplicemente. Il deserto ti insegna a distinguere fra la gente un leader dallo sguardo: esso è differente da quello di ogni altro essere. Gli occhi gli brillano: ha una visione davanti a lui, vede il mondo che sarà domani, sa captare il futuro che sta nascendo. Avverte i bisogni nuovi e vitali di un popolo che cammina e ciò diventa una forza mobilizzatrice per sé e per gli altri. Ma il leader possiede uno sguardo vivo anche sui suoi. In loro sa risvegliare le forze migliori, perché le intravede, le chiama alla vita, al cammino e alle sfide… Egli non abbatte, ma suscita, incoraggia, stimola, potentemente.

“Signore, presta i tuoi occhi ai nostri leader!”, dovrebbe essere la nostra preghiera quotidiana.

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