domenica, giugno 28, 2009
del nostro redattore Renato Zilio (missionario per diversi anni a Ginevra)

“Il mondo sulla curva del lago...” È questo il titolo suggestivo dell’opuscolo che Cittànostra - periodico diocesano milanese - ha pubblicato subito dopo. Un diario preciso, attento e scorrevole di un’equipe di giovani giornalisti, curato dal Direttore Massimo Pavanello, in seguito a una visita di gruppo per vari giorni a Ginevra. L'iniziativa rispondeva a un originale invito su Famiglia Cristiana rivolto a tutti i gruppi giovanili delle parrocchie italiane per visitare una città ai confini tra Francia e Svizzera - un vero porto di mare per la nostra emigrazione - distesa sull'estremo lato sud del Lago Lemano: la splendida Ginevra.

Questo incontro con la città si snodava attraverso ben sette itinerari differenti: percorso ecclesiale, interculturale, ecumenico, internazionale, migratorio, scientifico e naturalmente... turistico! Rappresenta ancora oggi una best practice, una pratica-modello da rilanciare in seno ai gruppi giovanili delle Missioni cattoliche italiane all’estero rivolta ai giovani delle parrocchie italiane:“vi invitiamo a vivere la nostra città in Europa!”

Ospitati dalla Missione cattolica italiana, accompagnati dai giovani della stessa Missione, i gruppi entravano, così, in un’iniziativa definita “modulo formativo alla mondialità”. I giovani giornalisti - come altri giovani successivamente - hanno potuto incontrare le più diverse realtà come l’ONU, l'Alto Commissariato per i Rifugiati, il BIT, il Consiglio Ecumenico delle Chiese, il Nunzio apostolico all'Onu, alcune ONG internazionali come Franciscains International, il CERN, la Televisione svizzera... sempre accolti da personale italiano collegato con la Missione cattolica. Sorprendente e gradita accoglienza nella propria lingua! Naturalmente non poteva mancare un incontro con associazioni italiane, una cena-intervista con il Vescovo di Ginevra e, dulcis in fundo, un invito al Telegiornale svizzero in diretta!
L’unico brivido si presentava solo quando ogni sera si scendeva per dormire in un bunker antiatomico, messo a disposizione dalla città stessa per i gruppi, ma con tutti i confort (docce, cucina…).

Ginevra è conosciuta come una delle centrali decisionali di politiche, comportamenti e strategie che influenzano il mondo in diversi settori. Questo stage aveva significato per la giovane Redazione milanese un tuffo in una realtà tridimensionale difficilmente riscontrabile altrove. Nella città svizzera, infatti, definita la piú piccola delle grandi capitali "si pensa mondo": in circa 200 Organismi Internazionali si accompagnano i destini del futuro.


Inoltre, la calma dolcezza del lago, animato da un jet d'eau che sale a 140 m. di altezza come una vela gigantesca, suggerisce armonia e relax, ricordando il senso di quella missione unica e trasversale per tutti coloro che qui vi lavorano come pace, peacekeeping, diritti umani, peacemaker… Anche il solo paesaggio portava i giovani giornalisti a riflettere quanto sia necessaria una ripresa nei rapporti interpersonali che in quelli internazionali di virtù quali la prudenza, la pazienza, il self-control, la resistenza, l'ascolto, di fronte alla complessità delle cose e alle difficoltà attuali della convivenza umana. Guardare anche la sponda opposta e non solo la propria si mostra oggi “una vera esigenza nella curva ordinaria dell’esistenza”, osservava sottilmente qualcuno.

Questa esperienza scritta a piú mani, intessuta dei piú vari punti di vista nel seguire itinerari originali, appare oggi una magnifica esperienza di lavoro di squadra. E indica come iniziative originali lanciate dai giovani emigrati stessi possano aiutare altri giovani italiani... a diventare più europei.

In fondo, in questo viaggio di formazione qualcuno ricordava come Einstein paragonasse la mente a un paracadute: funziona solo quando si apre!

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