giovedì, luglio 23, 2009
del nostro redattore Renato Zilio

“Tre sono gli angoli da cui si guarda la vita!”, mi fa serio un vecchio cinese, puntandomi davanti tre dita lunghe e magrissime. Sembrano un forcone a tridente dei contadini dello Xinjiang e lo fa per afferrare meglio il pensiero e presentarmelo. Qui, in piena Londra, sono solito, a volte, fare un salto o meglio una deviazione a China Town... È un immergermi per qualche istante in una infinita serie di boutiques di oggetti orientali, di microlaboratori di massaggio yin e yang e di ristorantini. Osservare, così, proprio qui - in una Londra sorniona e tranquilla - il clima febbrile e vivace di un Paese lontano è incantevole. Evidentemente, non manca mai qualche incontro sorprendente...

Lo sto ad ascoltare. “L’aspetto del bello, del gusto, senz’altro!” egli conta, afferrando il primo dito. L’utilità concreta e la relazione con gli altri completano la triade. Risposta sintetica, in fondo, che corrisponde alle analisi della grande sociologia. L’aspetto estetico, l’aspetto funzionale e quello relazionale sono gli ingredienti necessari in un gesto umano per essere vero e completo. E sono, pure, le qualità antropologiche fondamentali che una cultura – a seconda del suo genio – sottolinea o nasconde nel suo presentarsi.

Per la nostra cultura italiana il tratto principale è decisamente l’estetico. Lo si capisce qui all’estero, situati in un contesto ben differente. In esso, infatti, siamo maestri: il gustare le cose, il senso delle cose belle, il sentire il corpo, le sensazioni, il gusto delle belle forme... genio italianissimo. È la dimensione estetica in tutto il suo spessore: ha creato un animus di artista. Però, se diventa aspetto prepotente ed esclusivo,“la bellezza ha foglie belle, ma frutti amari” vi ricorderà asciutto un proverbio.
Il relazionale, invece, lo si ritrova soprattutto nelle terre del Sud: là, la relazione si accende, si riscalda e si trasforma spesso nella“cultura dell’amicizia”, che vi farà rimbalzare dall’amico all’amico dell’amico. Ma essa ancora, se si fa esclusiva e primaria, vi legherà così strettamente da farvi perdere la vostra stessa libertà. È così: un aspetto, quando risalta troppo, fa perdere il bell’equilibrio dell’insieme, oscurando gli altri.

Il terzo aspetto, invece, lo si coglie alla prima espressione sulle labbra dei nostri giovani, appena sbarcano a Londra. “Ma qui tutto funziona!” la loro immediata sorpresa. Si trovano subito, infatti, a navigare in una società attenta ed esperta della funzionalità, aspetto rimasto forse da noi atrofizzato. Anche se in questo senso, a quanto ricordo, eccelle un’altra cultura: appena si passa con il semaforo rosso in un qualsiasi villaggio tedesco, siete già stati immortalati alle spalle da un flash!

E tutto questo, in fondo, è una riprova in più per capire l’importanza dell’incontro interculturale. Accogliere e interagire con i talenti, gli stimoli o le doti differenti dell’altro, oppure con gli aspetti geniali di un’altra cultura, sarà sempre una chance. Farà crescere in umanità e in apertura di sguardo nel cogliere punti di vista differenti: una lezione attualissima.

D’altronde - non l’avrete forse mai immaginato - è per questo che si va così volentieri al ristorante. Si è in compagnia con altri e si prende il tempo di scambiare quattro parole in libertà, di curare una relazione. Si gustano, senz’altro, cose buone del mondo. E tutto ciò che si assume, infine, è funzionale al nostro naturale bisogno di nutrirci. Si ritrovano così, magicamente riuniti insieme, i nostri tre elementi: il relazionale, l’estetico e il funzionale!

Perfino la sessualità può essere meglio compresa, osservandola sotto queste tre dinamiche. Solo quando essa, infatti, saprà riunire insieme la dimensione funzionale, quella relazionale e quella estetica, allora sì che diventerà gesto umano bello e vero. Quando, invece, si riduce a una sola componente, a quella estetica per esempio - un piacere che non nutre una relazione, nè un avvenire - immancabilmente si impoverisce. Perde, così, di umanità ed è un vero peccato.

Alla fine della dotta chiacchierata accenno un inchino di saluto al nostro vecchio saggio, per una lezione così... bella, utile e amabile (ancora, i nostri tre personaggi!). E sparisco. Sì, perchè ormai questi ultimi evidentemente mi attendono altrove...

Sono presenti 0 commenti

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa