martedì, dicembre 22, 2009
del nostro redattore Carlo Mafera

Mons. Corrado Maggioni ha presentato il giorno 19 dicembre la figura sacerdotale mariana di Mons. Tonino Bello, vescovo di Molfetta, nel quarto incontro della 32.ma edizione dei Sabati Mariani, che si è svolto nella basilica di S. Maria in via Lata. Monsignor Maggioni è un monfortano (appartenente alla famiglia religiosa che si ispira a San Luigi di Monfort) ed è Capo Ufficio della Congregazione per il culto divino. Autore di numerosi articoli e pubblicazioni mariane è anche un fine liturgista. Sabato 19, riferendosi proprio all’anno sacerdotale promosso da Papa Benedetto XVI, ha voluto ricordare il futuro santo, Mons. Tonino Bello, in quanto già dal 2007 è stata avviata la procedura di canonizzazione. E in particolare ha espresso la mariologia del compianto Vescovo di Molfetta estrapolando numerosi brani della sua opera più famosa e cioè “Maria, donna dei nostri giorni”. Tale pubblicazione è, a mio avviso, una pietra miliare della mariologia contemporanea perché unisce alla profondità dei contenuti, un modo poetico e letterario di esporli veramente sublime. Mons. Maggioni ha fatto riferimento alla ricchezza teologica del libro di Tonino Bello che ha la grande qualità di passare “dall’antichità del messaggio mariano alla novità della sua rilettura con occhi rivolti al presente cioè alle situazioni vissute dalla gente”. Mons. Tonino Bello – ha detto Corrado Maggioni – è passato “dallo spessore della verità mariologica alla semplicità della sua traduzione in modo comprensibile a tutti.”Il libro Maria, donna dei nostri giorni – ha precisato – “è uno scritto divulgativo che non trascura nessun dato della fede circa Maria come Madre di Dio, come l’Assunta, l’Immacolata o la Madre della Chiesa, coniugando la fede professata con la fede vissuta. Queste pagine sono un intenso appello a posare lo sguardo con l’attenzione del cuore per cogliere il messaggio della Vergine." Maggioni ha messo in evidenza l’importanza “della sollecitudine pastorale che i sacerdoti devono avere per presentare la figura di Maria”. Tale sollecitudine infatti è stata una prerogativa di Mons. Tonino Bello. Ci si deve chiedere cosa dicono di Maria e cosa tacciono i sacerdoti. Il relatore ha dato poi alcuni cenni biografici del Vescovo di Molfetta, futuro santo, facendo riferimento alla sua grande umiltà. Tonino Bello infatti parlava di “chiesa del grembiule” sottolineando la funzione di servizio che la Chiesa deve svolgere nei confronti degli umili e dei poveri. Fu anche il presidente del movimento Pax Cristhi impegnato nella promozione della Pace nel mondo ed è celebre la marcia che egli fece nel 1992 da Ancona a Sarajevo, pur avendo un tumore allo stomaco, perché si arrivasse ad un’intesa tra le parti in conflitto nella ex-jugoslavia. Pochi mesi prima della sua morte, nell’aprile del 1993, venne alla luce Maria donna dei nostri giorni. A proposito del libro, mons. Maggioni ha messo in evidenza che “il desiderio di Tonino Bello era di parlare di Lei per parlare di noi, di ciò che attraversa la nostra anima e i nostri corpi.” La struttura della pubblicazione mariana è in 31 capitoli, ognuno dei quali è diviso in due parti e cioè “una meditazione seguita da una preghiera”. “Mons. Bello – ha detto il relatore – sceglie con cura un titolo preciso e incisivo, lontano dai luoghi comuni, che parla a tutti nell’immediatezza e usa delle espressioni in cui il cuore orante dice di Lei e dice di noi parlando a Lei dell’intera storia di tutti noi”. “ Sono 31 quadri –ha proseguito Mons. Maggioni – che portano a far vedere il posto decisivo che Maria ha nella Chiesa, nel mistero di Cristo e in ciascuno di noi. E soprattutto fanno vedere che nessuno è escluso dal cuore di Maria.” Mons. Tonino Bello infatti ipotizza nel capitolo intitolato “Maria, donna accogliente” , che Giuda fosse alla ricerca di Maria in quella notte tremenda. Poi mons. Maggioni ha passato in rassegna tutti i capitoli del libro estrapolando alcuni brani. Sarebbe lungo elencarli tutti ma mi piace sottoporre all’attenzione dei lettori uno in particolare ad esemplificare il sublime modo poetico con cui “Don Tonino” (così si faceva chiamare il Vescovo di Molfetta) parlava di Maria. Nel capitolo Maria, donna accogliente, egli scrive “Accolse nel cuore. Fece largo, cioè, nei suoi pensieri ai pensieri di Dio; ma non si sentì per questo ridotta al silenzio. Offrì volentieri il terreno vergine del suo spirito alla germinazione del Verbo; ma non si considerò espropriata di nulla. Gli cedette con gioia il suolo più inviolabile della sua vita interiore, ma senza dover ridurre gli spazi della sua libertà. Diede stabile alloggio al Signore nelle stanze più segrete della sua anima; ma non ne sentì la presenza come violazione di domicilio. Accolse nel corpo. Sentì, cioè, il peso fisico di un altro essere che prendeva dimora nel suo grembo di madre. Adattò, quindi, i suoi ritmi a quelli dell'ospite. Modificò le sue abitudini, in funzione di un compito che non le alleggeriva certo la vita. Consacrò i suoi giorni alla gestazione di una creatura che non le avrebbe risparmiato preoccupazioni e fastidi. E poiché il frutto benedetto del seno suo era il Verbo di Dio che si incarnava per la salvezza dell'umanità, capì di aver contratto con tutti i figli di Eva un debito di accoglienza che avrebbe pagato con cambiali di lacrime. Accolse nel cuore e nel corpo il Verbo di Dio. Quella ospitalità fondamentale la dice lunga sullo stile di Maria, delle cui mille altre accoglienze il Vangelo non parla, ma che non ci è difficile intuire. Nessuno fu mai respinto da lei. E tutti trovarono riparo sotto la sua ombra. Dalle vicine di casa alle antiche compagne di Nazaret. Dai parenti di Giuseppe agli amici di gioventù di suo figlio. Dai poveri della contrada ai pellegrini di passaggio. Da Pietro in lacrime dopo il tradimento a Giuda che forse quella notte non riuscì a trovarla in casa...”. Ecco, dovremmo imparare da Maria lo stile cristiano della vera accoglienza degli altri nella nostra vita e cambiare la nostra vecchia percezione che abbiamo riguardo la presenza di Maria in mezzo a noi. Don Tonino Bello ci ha insegnato in questo libro che la Sua presenza non è una presenza mistica, aleatoria, distante da noi e dai nostri problemi, come era stata presentata nei secoli precedenti, ma è una presenza viva, concreta e vicinissima alla nostra quotidianità.

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