lunedì, dicembre 21, 2009
del nostro corrispondente a Londra Renato Zilio

La porta della chiesa degli italiani in Brixton Road è già aperta da tempo, quando le cinque del mattino si mettono pigramente a scoccare. Ormai a pochi giorni dal Natale vedi arrivare le prime ombre e non ti sembra vero... Affrettate o lente, infagottate dal freddo, talmente rigido da bloccare perfino l’Eurostar in mezzo alla Manica, sembrano le sagome dei pastori di Betlemme. Entrano nella nostra chiesetta devotamente come fosse un santuario: è per vivere quello che da secoli si celebra nella loro terra, la messa del parto. Un’antichissima tradizione dell’isola di Madeira. Così, in modo popolare, negli ultimi nove giorni prima del Natale, si accompagnano alle prime luci dell’alba i nove mesi di gravidanza di Maria. Poi, tra canti dall’antica aria di berceuse o preghiere adattate all’occasione una Madonna sorridente vi accoglie, avvolta da una grandioso e rotondo manto azzurro, che nasconde la sua santa gravidanza. Una delicatezza d’obbligo. Infine, un concerto di campanelli dove ognuno porta il suo da casa scatena gioioso il canto finale. Ed è forse per ricordare quella strana abitudine di chi a Madeira sul finire della notte esce da messa, andando a suonare tutti i campanelli delle porte. Atto di coraggio o di insolenza chissà, ma la fede in questa bella occasione tutto perdona. È ora di risvegliarsi, in fondo, pare esserne il senso. “È passata a nuttata!” esclamerebbe De Filippo con tutti i suoi grandi sottintesi... Il Natale è alle porte.
D’altronde, non pare vero che una chiesa frequentata per decenni da italiani qui a Londra sia ora diventata la culla di secolari tradizioni di altri emigranti. Trasformatasi, in fondo, in casa comune accoglie anche altre genti, altre culture. Alla sera, così, con il simbang gabi, la lunga e luminosa novena dei filippini, si vive la medesima attesa. Viene, allora, spontaneo ammirare una chiesa gremita con tutto un popolo che canta alla portoghese o in tagalog, coltiva altre tradizioni, vive sensibilità religiose differenti, affezionandosi tanto alla Madonna da contarne perfino i giorni che mancano al parto! Ed è quella attenta apprensione che si porta da noi per una giovane mamma.
Finita la messa mattutina, con i campanelli che risuonano ancora in testa, ecco i nostri personaggi da presepio trasformarsi completamente. L’aria è ormai improntata alla festa. Dopo poche ore di sonno, svegliatisi nel cuore della notte, erano venuti da tutte le parti di Londra, ma non solo per una messa... La tradizione vuole altro! Un forte liquore dolcissimo a base di arance passa di mano in mano e risveglia la gola di ognuno, mentre dolciumi di ogni genere ne accompagnano il profumo, intanto in cucina la cangia con carne di pollo bolle in un pentolone da caserma pronto a scaldarvi lo stomaco. La fisarmonica ed altri strumenti tradizionali, allora, risvegliano la voce e una bella nostalgia per la propria terra. Per almeno un paio d’ore canti profani e canti religiosi si mischiano tra di loro come gli alimenti dolci o salati, ma il prodotto finale ne è sempre uno solo. Uno spirito di forza e di comunione che qui ti sembra impensabile. Sì, tra gente emigrante. Ed è allora che ti pare proprio di essere a Betlemme in una notte stellata tra pastori. Dove lo stare bene insieme, in compagnia, è la conquista più grande dell’uomo.
E da che mondo è mondo, a pensarci bene, è proprio vero.

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