martedì, gennaio 12, 2010
del nostro redattore a Londra Renato Zilio

“Ma che cosa possiamo fare insieme?”era la domanda che ci inseguiva. Ecumenismo, infatti, è fare qualcosa con chi è dell’altra sponda. Per noi comunità cattolica era evidentemente con il mondo protestante circostante. E così venne l’idea una volta di invitare alla preparazione della Cresima dei nostri giovani Philippe il pastore protestante della parrocchia accanto. Venne, senz’altro, benchè fosse una novità anche per lui. Venne con tutta la preparazione dotta della Parola di Dio, con l’esperienza di padre di famiglia di ben cinque figli e con l’amabilità sorridente... del vicino di casa. Il campo era precisato, anche se sconfinato: lo Spirito Santo nella Bibbia.
Quale, però, fu la nostra sorpresa nel vedere alla fine dell’incontro i nostri ragazzi pronunciare disinvoltamente termini in greco o in ebraico come pneuma, ruah... dopo un bel percorso filologico! Ma entusiasti soprattutto della loro ultima scoperta: la creazione dell’uomo. Fu un bacio in bocca dato ad Adamo da Dio: è così che gli trasmise il suo soffio di vita. Evidentemente, il pastore era ricorso alla scioltezza di linguaggio dei suoi cinque figli, ottenendo nelle sue spiegazioni un successo insperato.

In altra occasione preparavo una celebrazione funebre. Ci si era divisi i momenti con un pastore calvinista: a lui la spiegazione della Parola e il percorso di vita di un emigrante che conosceva, a me i gesti di rito come la luce, l’acqua e l’incenso - che i protestanti non contemplano - e il loro commento simbologico. Alla fine, non posso dimenticare come la moglie stessa del pastore ci venne incontro raggiante per ringraziare entrambi. La complementarietà dei nostri interventi pareva aver dato alla celebrazione senso, interiorità e fede condivisa. Ed anche allora il pastore aveva fatto brillare due qualità dello stile protestante: l’essenzialità ed l’efficacia.
Un altro giorno fu proprio durante la celebrazione per una anziana italiana deceduta che notai la presenza di un pastore nell’assemblea. Durante il corteo verso il camposanto, allora, discretamente mi avvicinai per chiedere di improvvisare la preghiera al cimitero. Mi rispose con un’occhiata indecifrabile... Ma poi, in quel piccolo cimitero che sembrava un giardino, mentre scendeva lentamente la bara nella terra, incominciò forte: “Tu ci hai fatti di terra, Signore e alla terra ritorniamo!” improvvisando una bella, commossa preghiera finale. Con il suo linguaggio biblico ci inchiodò alla terra, ci fece sentire tutti semplice argilla. E ci depose, allo stesso tempo, nelle palme accoglienti delle mani di Dio. Per i presenti fu un momento forte, bello, indimenticabile di speranza.
Per me, in fondo, sono momenti incredibili di fraternità con dei pastori protestanti, da sempre appassionati della Parola di Dio. Ecumenismo è costruire dei ponti, lanciare delle passerelle con quelli dell’altra riva. Sapendo che, un giorno, Dio stesso asciugherà il mare che ci separa.

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