lunedì, febbraio 15, 2010
del nostro corrispondente a Londra Renato Zilio

Forse, a prima vista, può sembrare un tempo triste, come l’inverno per le stagioni. La quaresima, un periodo che limita, rinchiude, trattiene e costringe la vita. Da sempre suggerisce, infatti, un senso di ascesi, una tradizione di disciplina, un limite in ogni cosa. Invece, la quaresima è un tempo meraviglioso, luminoso. Invita a un dinamismo nuovo. Risveglia a una vitalità insospettata. E fa toccare con mano una forza straordinaria, la forza di Dio nascosta in ognuno. Essa incoraggia a mettersi in cammino... Di fronte alla continua tentazione di installarsi nell’abitudine, di rifiuto dell’altro o della novità, di sprofondarsi nei propri interessi essa stimola energicamente a riprendere il cammino. Ad avanzare verso l’altro, il differente da noi. Ed è come l’aria fresca del mattino che contiene una forza dinamizzante ad ogni passo: essa libera la vita che è in noi per la vita dell’altro.

Ricordo un vecchio sacerdote francese quando spiegava ai bambini il senso del peccato. E mi stupiva come non ricorresse alla “pastorale della paura”, così abituale un tempo, quella che scuote gli animi promettendo pene o castighi. Aveva, invece, un approccio bello, inedito, che lasciava attoniti i suoi ragazzi. Spiegava loro che il peccato più grave è quello di omissione. Ricordava, infatti, con entusiasmo: “Avete delle forze, delle qualità belle, delle energie nascoste con cui poter rivoluzionare il mondo. E non muovete un dito. Si può rendere più bello il nostro ambiente, più fraterno il nostro rapporto o più aperta la nostra comunità e invece si preferisce restare sulle proprie difese. E giocare piuttosto con l’invidia, l’ambizione, l’arroganza, la gelosia, tutti sentimenti di chiusura o di paralisi!”
Quaresima è il tempo di mettersi in cammino, di uscire dalla chiesa. E ricordare che il vero praticante di una religione non è colui che va in chiesa, ma colui che ne esce e mette in pratica. Sì, realizza ciò che al suo interno ha cantato, proclamato, ascoltato o meditato: il perdono, la solidarietà, la riconciliazione, l’apertura gioiosa e missionaria all’altro, differente da noi.
È il tempo di tracciare sentieri nuovi, di aprire strade originali di incontro, di seminare speranza e ottimismo. Questo, in fondo, in una situazione stagnante è “una forza vitale. La forza di sperare quando gli altri si rassegnano, la forza di tenere alta la testa quando sembra che tutto fallisca, la forza di sopportare gli insuccesssi, una forza he non lascia mai il futuro agli avversari. Il futuro lo rivendica per sè!” Ripeteva questo con convinzione un pastore protestante, Dietrich Bonhoeffer. Al momento di essere trascinato alla morte a 39 anni di età sotto il nazismo, nella notte precedente l’esecuzione scriveva “La vittoria è sicura!”
Anche la morte serve alla vita dell’altro o a far vivere i valori in cui si crede. Splendida lezione del cammino di quaresima.

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