domenica, maggio 02, 2010
Nel terzo giorno di lavori al congresso nazionale del R.n.s. il popolo di Dio riunito a Rimini sperimenta la potenza del Signore che consola, libera e guarisce. Questo popolo comprende però che insieme ai segni ed ai prodigi, che creano consapevolezza interiore, è necessario portare nel mondo una nuova cultura. Un nuovo pensiero culturale e sociale, una cultura di pentecoste.

del nostro inviato a Rimini Antonino Crivello

"Beati coloro che crederanno pur non avendo veduto". E' una delle più belle esortazioni del Vangelo. Eppure il Signore, mai avaro nell'elargire grazie e doni al popolo orante che invoca il suo nome, compie davvero segni e prodigi. Tangibili ma probabilmente inspiegabili, se non agli occhi della fede. E' questo il messaggio più forte che raggiunge coloro che, quasi increduli, vivono, magari per la prima volta l'esperienza di una preghiera di guarigione e di liberazione. Una cosi particolare preghiera ha bisogno di essere condotta con un carisma speciale. Questo carisma non manca di certo a Damian Stayne, fondatore della comunità "Cor et Lumen Christi" e instancabile predicatore e testimone di innumerevoli guarigioni in ogni parte del mondo. La sessione mattutina di questo sabato 1 maggio qui al Congresso Nazionale del Rinnovamento nello Spirito a Rimini è incentrata su questo particolare Ministero di guarigione.

Nonostante parli in lingua inglese, il carisma e l'espressività di Damian Stayne raggiungono il cuore prima ancora delle parole tradotte in lingua italiana. Damian è davvero un intercessore potente e l'assemblea, in un padiglione ormai stracolmo di gente, lo sostiene e, unendosi a lui, invoca il nome del Signore su ogni male, fisico e spirituale. Ogni richiesta fatta con fede non passa inascoltata dal Signore, ne è convinto il suo popolo ormai in festa, e così, al termine della preghiera, non mancano decine di testimonianze. Ognuno infatti, dopo aver ricevuto una grazia così grande com'è quella della guarigione, è chiamato a rendere testimonianza di Lui, cosi che Egli possa essere lodato.

Come ricorda il presidente Salvatore Martinez: "Non sia questo però il punto d'arrivo del cammino nel Rinnovamento. Che non sia la ricerca dei segni il fine ultimo del nostro essere cristiani. Non dobbiamo dimenticare che il popolo che Dio vuole è un popolo attento, preparato e pronto a portare il messaggio, la fede e la speranza cristiana in ogni attività sociale e in ogni parte del mondo". Vuole introdurre cosi la sessione pomeridiana incentrata sulla promozione di una cultura di pentecoste, sulla diffusione cioè delle "ragioni dello Spirito". E' questo il compito che il Papa ha affidato ai suoi fedeli. E' da questa diffusione che possiamo trovare rimendio al male del nostro tempo.

La riflessione pomeridiana ha per tema: "Il fare è cieco senza il sapere e il sapere è sterile senza l'amore". C'è sempre bisogno di spingeri più in là: lo richiede la carità nella verità" (Caritas in Veritate). A parlare vengono invitati quattro rappresentati di quattro sfere sociali completamente diverse della nostra società. Il moderatore della discussione è Domenico Delle Foglie, da tempo impegnato in "Scienza e Vita". Egli propone all'assemblea una grande sfida: vorrebbe cioè che gli uomini e le donne della sua generazioni riuscissero una volta e per tutte a far coinciliare ragione e fede. "Una sfida impossibile se non affrontata nella fede e nella fiducia del Signore" è l'esortazione che aggiunge nel breve discorso iniziale che dà il via alle tre diverse relazioni.

Il primo invitato a esporre pensieri e riflessioni sul tema è Francis Campbell, ambasciatore della Gran Bretagna presso la Santa Sede. Egli è convinto che le "minoranze creative" ,come ad esempio i cattolici, debbano trovare e attuare delle soluzioni alle crisi e alle sfide che la società ci propone in questo tempo. Dà testimonianza infine di quanto la Chiesa stia, da tempo immemore, portando soluzioni, anche materiali, tangibili, economiche, in ogni parte del mondo e con ogni tipo di mezzi. Proposte e idee in ogni attività sociale di rilievo, come l'ambiente o l'educazione. Nella seconda relazione sul tema a parlare è l'onorevole Alfredo Mantovano, sottosegretario del Ministero dell'Interno. La sua formazione è di tipo giuridico e proprio su questo aspetto pone l'accento. Racconta la sua convinzione che "la legislazione di una generazione può diventare la morale della generazione successiva". E' necessario quindi che anche la politica si rinnovi e non si rassegni davanti alle sfide che la società propone. Il politico del resto dovrebbe vivere il suo mestiere come una vocazione e dovrebbe portare il messaggio cristiano all'interno delle sue azioni e delle sue scelte. In questo processo bisogna ovviamente porsi il problema che le scelte siano condivise da tutti o quanto meno condivisibili da molti, stando però molto attenti che questa attenzione alle ragioni di tutti non scada nel relativismo, che definisce come "omicida".

Anche il terzo relatore, Ettore Gotti Tedesci, presidente dell'Istituto per le Opere di religione della Città del Vaticano ed esperto di economia, sembra accusare il relativismo. O meglio, è convinto che la crisi del nostro tempo, prima ancora che economica, prima ancora che strutturale, sia un problema di mancanza nell'uomo di una dottrina. Il resto è una conseguenza, giacchè ci spiega come l'economia o il capitalismo, per fare degli esempi, siano solo degli strumenti, così come ne esistono migliaia, che non posso avere una morale instrinseca. E' l'uomo e solo lui che può dare la giusta morale all'economia e ad ogni strumento che essi stesso crea.

Ascoltando queste riflessioni diventa chiaro a tutti i presenti come i problemi della società vadano affrontati a partire dall'uomo, a partire dalla sua educazione, anche spirituale. Solo la non rassegnazione, solo il sacrificio nel cambiare ogni cosa in meglio può far sì che i progetti che l'uomo crea
possano dare frutto.

Ci ricorderà infine Salvatore che ancora prima di tutto deve
però esserci la preghiera, prima di ogni scelta, prima di ogni azione.

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