venerdì, marzo 19, 2010
del nostro corrispondente a Roma Carlo Mafera

Mario Alessandro Paolelli ha scritto e diretto una godibilissima commedia sulla falsa riga del secondo atto di “Rumori fuori scena” di Michael Fryan. Il teatro che svela se stesso nell’allestimento della rappresentazione che dovrà andare in scena. Le prove infatti vengono svolte davanti al pubblico nell’isola di Capri, da una compagnia di attori sgangherati e che fanno di tutto per rendere la vita difficile al “regista” Alessandro Frittella che in scena è l’attore che interpreta il capo-comico che deve mediare le diverse esigenze degli attori barcamenandosi tra vizi, debolezze, amori e odi dei singoli attori. C’è l’operaio che prova una battuta-tormentone, sempre modificata dai suggerimenti degli altri. Ci sono “i due mentecatti” che raccontano barzellette demenziali. La moglie snob del regista che mal si adatta alla debole e inesistente trama della commedia. L’attore famoso decaduto che si lamenta dell’incidente avuto in passato e che si è dovuto adattare a cantare le canzoncine anni ’40 che poi sono la vera ossatura dello spettacolo. L’attore gay è quello che meglio si adatta all’esibizione canora dove può far risaltare le sue doti femminili richiamando le performances di Wanda Osiris. Il ritmo è serratissimo e non ci sono tempi morti. Gli attori sono molto disciplinati e le entrate e le uscite sono scandite come ci fosse un metronomo. I balletti sono curati e improvvisati dall’attrice che svolge il ruolo di coreografa pur essendo semplicemente una maestra di ginnastica ! C’è anche una specie di aiuto-regista e segretaria di produzione che ha una voce molto esile e che viene immancabilmente rimproverata dal regista dopo qualsiasi sua iniziativa e le provoca un pianto isterico. Insomma è il trionfo di tutto ciò che è contrario alla perfezione e alla professionalità. Ma proprio questa “sgangheratezza” è il sale di questa commedia perché realizzata magistralmente soprattutto nella scelta dei tempi comici dei tormentoni vari. Quelle battute che si ripetono immancabilmente come quella del proprietario del teatro caprese “gli attori sono l’epitome e la cronaca dei nostri tempi” che richiama Shakespeare, scandiscono il ritmo della commedia. E’ esilarante anche l’intervento dell’oracolo che parafrasa la Divina Commedia di Dante ma richiama la struttura della tragedia greca naturalmente in chiave comica. Insomma viene utilizzato tutto il patrimonio del teatro classico al servizio del pubblico, per strappargli un sorriso. E di risate se ne fanno veramente tante soprattutto quando i singoli attori interpretano in playback le canzoncine “fessacchiotte” e un po’ demenziali degli anni ’40. Queste ultime sono veramente la ciliegina sulla torta di questa commedia. Complimenti a tutta la Compagnia dell’Anello diretta da Mario Alessandro e ricordo i nomi dei singoli componenti che sono Alessandro Frittella,(“il regista”) Claudio Contini, Pietro Clementi, Marta Mottola, Emiliano Della Bella, Leonardo Graziano, Rosaria Calcagno, Marco Pietrini, Fofò Bernabò, Antonella Salerno, Pierluigi Licenziato, Mauro Anibaldi e la straordinaria partecipazione di Sonia Scotti. Ah, dimenticavo …. Il colore V era quello viola delle quinte che, nel mondo dello spettacolo porta molta sfortuna ma nonostante tutto non l’ha portata questa volta… anzi!!!!

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